L’ATC RE4 vanta una realtà di caccia al cinghiale in squadra che è antecedente alla emanazione della leggi Nazionale n. 157/1992 e regionale n. 8/1994 e quindi alla istituzione delle ATC.
L’ambiente appenninico ove si svolge la caccia, il consolidato supporto umano e organizzativo delle squadre garantiscono risultati venatori sempre all’altezza delle aspettative.
La metodologia di caccia privilegiata è la braccata (uso dei cani e delle mute) rispetto alla battuta e la girata. Essa si differenzia rispetto alla caccerella toscana per la maggiore dimensione delle aree di caccia, il maggiore distanziamento delle poste e le diverse prospettive di osservazione e di tiro offerte al cacciatore, grazie alla maggiore visibilità nel bosco e sottobosco e la presenza delle aree prive di vegetazione (principaente i prati e i pascoli).
La gestione del cinghiale nell’ATC RE4 è realizzata tramite le individuazione delle Zone di gestione del cinghiale e la loro assegnazione alle squadre di braccata e girata. A questi gruppi di cacciatori sono assegnati i compiti di realizzare il prelievo venatorio e la attivazione delle prevenzioni per contenere i danni agricoli provocati dalla specie. Il ruolo assunto dalle squadre ed i risultati che queste raggiungono annualmente è quindi di estrema importanza per la tutela dell’agricoltura di montagna.
La recente comparsa della Peste Suina Africana (PSA) in Italia rende il ruolo delle squadre per la gestione del cinghiale ancor più importante e determinante per svolgere le attività previste nel Piano di azione e operativo attivato dalla Regione Emilia Romagna.
Per avere un quadro aggiornato della situazione PSA e delle attività svolte su scala nazionale e regionale occorre controllare periodicamente i siti istituzionali e le determine regionali che trovate nella pagina Norme dell’ATC RE4.
La Regione Emilia Romagna è particolarmente attiva nel contrasto alla PSA ed ha prodotto per i cacciatori un pieghevole, una locandina e una brochure informativa al riguardo.
Il Ministero della Salute ha recentemente emanato i requisiti e le norme per garantire la biosicurezza degli stabilimenti e allevamenti di suini, oltre che, un manuale per la valutazione della sicurezza degli allevamenti semibradi a bassa capacità che più di altri possono giungere a contatto con la popolazione dei cinghiali selvatici. Per maggiori dettagli vai al sito del Ministero tramite la pagina Link.