I danneggiamenti che la fauna selvatica arreca alle attività umane interessano molti aspetti della vita quotidiana. Restando nell’ambito delle specie omeoterme e secondo la normativa attuale, i danni diretti hanno riguardato principalmente il traffico veicolare, l’agricoltura e la forestazione.
Recentemente (gennaio 2022) con la comparsa della Peste Suina Africana (PSA) in area appenninica (Regioni Piemonte e Liguria) sono evidenti danni indiretti arrecati dalla specie cinghiale al commercio ed alle attività all’aria aperta fortemente limitate nelle aree di presenza di questo virus (per maggiori dettagli vedi scheda PSA).
La competenza di gestione (prevenzione attenuazione e contribuzione) dei danni agricoli è articolata e varia in funzione della classificazione delle specie in protette o cacciabili e per quanto riguarda queste ultime se ricadente a loro volta in aree protette (Parchi, Oasi, ecc.) o cacciabili (ATC, AFV, ecc.).
L’ATC RE4 in quanto adibito all’esercizio venatorio risponde tramite la fornitura dei materiali di prevenzione e la contribuzione dei danni arrecati dalle specie cacciabili alle attività agricole che ricadono nel territorio di sua competenza.
A carico della Regione sono la fornitura dei materiali di prevenzione e gli oneri a contributo dei danni arrecati dalle specie protette e per tutte le specie nelle aree ove non è consentito l’esercizio venatorio.
Entro il territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano le medesime competenze sono a carico del Parco stesso.
Capitolo a parte riguarda la Fauna selvatica coinvolta negli investimenti stradali. In questo caso la responsabilità delle collisioni (normalmente con specie di grandi dimensioni quali gli ungulati) sono a carico del gestore della strada (ANAS, Provincia, ecc).
Le collisioni con fauna selvatica sono un rischio per la incolumità delle persone oltre che un danno per gli automezzi. Il numero di incidenti è in funzione della presenza degli ungulati, ma in particolare del traffico stradale.